L’appagamento è un’emozione inaffidabile. Tende a tagliare la corda senza preavviso, lasciandoci da soli a combattere i desideri e le insoddisfazioni che ci strattonano.
E quando se ne va, la possibilità di accettare quello che abbiamo, e quello che siamo, sembra tutto improbabile.
Ma poi si insinua di nuovo nelle nostre vite, nel silenzio del colore del cielo di prima mattina, oppure quando siamo al pub, o mentre mangiamo le patatine in riva al mare, e per un attimo ci sembra che la vita, davvero, sia abbastanza perfetta così com’è.
Distinguiamo tra:
– appagamento esteriore che deriva dal raggiungere i nostri obiettivi o dal risolvere i nostri problemi
– appagamento interiore, che è un senso di pace e benessere che è possibile provare anche quando i nostri desideri non si realizzano
Per sperimentare l’appagamento interiore nei momenti di difficoltà, secondo Russ Harris possiamo mettere in atto la seguente strategia, che si compone di quattro step:
– sii gentile con te stesso: nella maggior parte dei casi, tendiamo ad essere molto duri nei riguardi di noi stessi, e a giudicarci negativamente.
– getta l’ancora: “gettare l’ancora” e piantarci saldamente al terreno serve per evitare di essere travolti dalla tempesta emotiva: non la fa cessare, ma evita che ci porti via con sé.
– prendi una posizione: quando c’è uno scarto notevole tra la realtà com’è e come vorremmo che sia, rischiamo di farci schiacciare dalle sensazioni negative che conseguono da quello scarto e rinunciare ad agire.
– trova il tesoro: sul suo letto di morte B.F. Skinner (uno dei fondatori del Comportamentismo) si sentì la bocca asciutta e chiese un bicchier d’acqua. Uno dei presenti glielo diede, lui lo bevve e disse: “Meraviglioso!”