La Logopedia: Il Gioco

La Logopedia Il Gioco

Il logopedista effettua il suo programma riabilitativo in età evolutiva specialmente tramite il gioco, poiché è questo il principale canale di relazione che si può instaurare con un bambino piccolo.

L’interazione e la proposta dei giochi non devono essere mai casuali, ma devono rientrare in piani di azione che il logopedista ha bene in mente per ottenere degli obiettivi terapeutici.

Quasi tutti gli approcci hanno come primo punto quello di stabilire una relazione di fiducia tra il logopedista e il bambino, con l’obiettivo di usare le parole per avere altre parole.

Un primo esempio è di presentare al bambino un repertorio di suoni onomatopeici come versi di animali, i suoni di mezzi o strumenti sonori.
In questo caso il bambino è attirato dal suono onomatopeico, che quasi sempre è di facile produzione perché corto, poco complesso e piacevole da abbinare a giochi con animali di peluche, pupazzi, mezzi di trasporto, strumenti musicali contestualizzati in scene o ambienti dove si possa ricreare un’azione.

Per i bambini più grandi, di quattro e cinque anni, invece si vanno a rinforzare le loro capacità di produzione e riconoscimento delle componenti delle parole. A questa età si utilizzano le “tombole sonore” ovvero si denominano coppie minime come pollo-bollo, sacco-tacco, lana-rana, e si gioca con le tombole sonore che riproducono queste coppie minime, facendo comprendere l’errore.

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