Scrive Severgnini: “Se volete un consiglio per un’attività sorprendente, eccolo: annoiatevi. Non sempre. Ogni tanto, e deliberatamente. I bambini hanno bisogno di un cortile vuoto e di un pomeriggio da riempire con la fantasia. Provare ad annoiarsi è più difficile che tentare di divertirsi. Bisogna saper resistere alla fretta, agli amici, alle occasioni e ai cattivi pensieri, uno su tutti: sto sprecando tempo. Invece chi si annoia oggi si prepara a divertirsi domani”.
Una volta, basti pensare a giusto una quindicina di anni fa, se si passeggiava in qualsiasi quartiere si vedevano bambini giocare negli spazi aperti, senza la supervisione degli adulti. Ripensando alla mia infanzia, trascorsa in un paesino della bassa reggiana, era normale dopo la scuola incontrarsi nel campetto dietro casa senza il controllo dei genitori e si vivevano momenti di libertà e gioco spensierato. Da piccola, per mia grande fortuna, ho sperimentato il senso di libertà, di gioia e di spensieratezza che la natura offre.
Il contatto diretto con la natura, condiviso con altri pari, mi ha offerto grande occasioni di apprendimento e di scoperta e ho anche avuto modo di conoscere la noia. La noia genera tanti momenti di creatività dai quali scaturiscono nuovi giochi e scoperte.
Oggi, la maggior parte dei bambini non gioca più all’aperto e, quando lo fa, non si allontana dal giardino di casa e a rimetterci sono i loro corpi e le loro menti. Il loro tempo è scandito da impegni pensati dagli adulti per riempire al massimo le loro giornate.
Zavalloni (2008), dirigente scolastico, con la sua “pedagogia della lumaca” ci riporta quanto sia importante evitare la fretta, quanto sia fondamentale che i bambini abbiano la possibilità di crescere secondo i loro ritmi e i loro tempi di apprendimento.
Le nostre città sono cambiate a vista d’occhio, dove vi era aperta campagna ora si hanno abitazioni o palazzi e le aree verdi sono limitate a parchi pubblici o poco più. Le attività sono prettamente strutturate come scivolare, dondolare e i giochi presenti sono pensati con un’unica funzione, spesso i bambini si annoiano e li usano in maniera pericolosa ad esempio salendo in piedi sull’altalena. Farnè (2014) segnala che nei parchi viene tolta ogni creatività ed esplorazione cercando di strutturali il più possibile e cercando di delimitare lo spazio dedicato al gioco il più possibile.
Allo sport e alle attività all’aria aperta talvolta i bambini e i genitori preferiscono attività formative e culturali utili per una formazione prestigiosa. La maggioranza dei bambini dai 6-10 anni di mia conoscenza praticano più di un’attività sportiva, spesso su consiglio dei genitori che ritengono più appropriato che il figlio abbia più possibilità e stimoli di quanti ne abbiano avuti loro. I bambini praticano volentieri attività extra-scolastiche ma si perdono la grande opportunità che i pomeriggi di noia regalano.
Il tempo libero una volta era amministrato dal bambino in modo autonomo oggi questo non è più possibile, anche grazie a condizioni economiche e socio-culturali migliori si ha la possibilità di iscrivere i figli ai più svariati corsi pomeridiani (calcio, nuoto, danza…). I genitori sentono di dover proteggere i figli dalle cadute, dai pericoli, dalle frustrazioni e soprattutto dalla noia. Sempre più spesso noi adulti abbiamo l’idea che sia una sensazione che i nostri figli non debbano assolutamente provare, se io ripenso alla mia infanzia, ricordo di tantissimi pomeriggi noiosi ma che poi innescavano attività creative e immaginative eccezionali.
I genitori tendono a riempire di attività e appuntamenti i pomeriggi dei figli con il terrore che loro possano incorrere nella noia ma in questo modo i bambini non hanno mai un momento per conoscersi e riflettere sulle loro necessità e bisogni. Il tempo per il gioco libero spesso è relegato a poco prima di cena, quando sono stanchi e si ritrovano a guardare passivamente lo schermo televisivo. Bisognerebbe che i bambini abbiano modo di gestire il loro tempo e abbiano la possibilità di imparare a gestirlo senza avere un adulto che programma ogni istante della loro vita. (Farnè-Agostini, 2014)
Louv ci descrive la differenza tra una mente costruttivamente annoiata e una mente sterilmente intorpidita. Un bambino annoiato in modo costruttivo si rivolgerà verso un libro, costruirà un fortino, farà un disegno o altro. Gli adulti devono dovranno quindi trovare un equilibrio tra il controllo da parte loro e la noia del bambino, troppa noia può causare problemi ma anche una stretta sorveglianza perché uccide la noia costruttiva e quindi la creatività che si andrebbe a generare (Louv, 2005).
Il tempo in natura è un tempo rallentato, dalla maggioranza degli adulti viene considerato come tempo “perso”, in realtà non lo è assolutamente anzi è un investimento per il benessere dei nostri bambini che possono sperimentare attività non strutturate e con calma, quella calma che dà loro la possibilità di riflettere e apprendere in modo attivo. Si ha l’idea che lo stare all’aria aperta sia una perdita di tempo per la società attuale questo è un vero peccato perché il nostro sistema sociale è incentrato sul profitto ad ogni costo, mentre nella vita della campagna o della natura non esistono pause che non siano feconde, il tempo perso in realtà è un tempo biologicamente necessario.
Testo elaborato da Simona Caramaschi