Un modo per RITROVARSI è iniziare a vedere le proprie ferite.
Il RIFIUTO é la prima ferita per un essere umano ed è molto profonda perché chi ne soffre si sente respinto in tutto il suo essere, nel suo diritto di esistere, in particolare, con il genitore dello stesso sesso.
È la prima ferita a manifestarsi in un individuo ed è presente molto precocemente, dal concepimento fino al primo anno di età.
La persona che si sente rifiutata spesso non è oggettiva perché interpreta gli eventi attraverso il filtro della ferita stessa e si può sentire respinta anche quando non lo è.
Appena il piccolo inizia a sentirsi respinto, inizia a costruire la maschera del FUGGITIVO che tende ad alimentare la propria ferita ogni volta che si denigra, che pensa di essere inutile nella vita altrui e che fugge via da una situazione.
Questa maschera porta a far credere alla persona di non essere abbastanza importante per prendere il proprio posto nel mondo.
Essere stati capaci di crearsi una maschera per non soffrire é stato un atto eroico, un atto di amore verso noi stessi, aiutandoci a sopravvivere e ad adattarci alle condizioni disagevoli.
Detto questo, nel momento in cui ci si rende conto che certe dinamiche non funzionano e che non ci portano a nulla se non a confermarci sempre un nostro disvalore, si può pensare di iniziare a RICONOSCERE queste ferite e ad ACCETTARLE, anche se questo comporta il non essere sempre d’accordo sul fatto stesso che queste ferite siano presenti.
L’importante è che finalmente stiamo dando il nome giusto alle cose, stiamo guardando nel posto giusto per poi arrivare a essere fieri di sé.
È il primo passo per ritrovarsi.
Piano piano.