Il diaframma ha un ruolo fondamentale in molte attività del nostro corpo, volontarie ed involontarie, piacevoli e fastidiose, come il singhiozzo, il canto, la risata e la fonazione.
Inoltre, ad ogni contrazione il diaframma, oltre ad avere il compito principale di favorire una corretta respirazione, aiuta il corretto svolgimento di funzioni di fondamentale importanza sull’apparato circolatorio, sul processo di digestione e sulla funzione posturale (statica e dinamica).
In merito alla digestione, il diaframma aiuta il transito del bolo alimentare nell’esofago e la peristalsi degli organi sotto diaframmatici, soprattutto a livello dello stomaco, grazie all’attività di pompa.
L’esofago, che passa per il diaframma permette il passaggio degli alimenti. Il transito del bolo alimentare è assicurato, nell’esofago, dalle fibre muscolari dello stesso e dal diaframma, il quale abbassandosi durante l’inspirazione e mediante la sua azione di pompa, provoca la dilatazione dell’esofago.
Anche la funzione del diaframma sul sistema circolatorio è molto importante. La sua azione di pompa aiuta una corretta circolazione, favorendo il flusso arterioso, il ritorno venoso e la circolazione linfatica.
Durante la fase di inspirazione, la cupola diaframmatica scende, si appiattisce e favorisce, per effetto della pressione esercitata, il riempimento della parte inferiore della vena cava.
La dilatazione della gabbia toracica induce un ritorno del sangue verso l’atrio destro.
Durante l’espirazione invece, la risalita della cupola favorisce lo svuotamento dei polmoni dall’anidride carbonica. In particolare, questo movimento, provvede alla rimozione delle stasi circolatorie della cavità addominale, della pelvi e degli arti inferiori, dove sono contenute grandi quantità di sangue.
Il diaframma ha anche un ruolo fondamentale sulla funzione fonatoria, generata dalla collaborazione tra diaframma, laringe, corde vocali e faringe.
La fonazione infatti avviene nella laringe tramite una inspirazione a cui segue un’espirazione, controllata dalla risalita del diaframma, che permette alle corde vocali di vibrare e produrre il classico suono laringeo. Il suono poi viene modificato all’interno della faringe, nella bocca (per l’articolazione del linguaggio) e nel naso (per il timbro).
Anche la minzione è influenzata indirettamente dal diaframma. Infatti, contraendolo si può esercitare una compressione indiretta sulla vescica e una tensione sugli addominali, per favorire una fuoriuscita veloce dell’urina.
Il diaframma è stato oggetto di studio anche per quanto riguarda il suo ruolo sul piano emozionale.
L’azione del diaframma non è controllata totalmente dalla respirazione, ma anche dagli stati emotivi come tristezza, paura, ansia e rabbia.
L’interazione tra la respirazione e le emozioni comporta un complesso sistema di connessioni tra il tronco encefalico e la corteccia cerebrale. La parte più coinvolta della corteccia cerebrale è il sistema limbico, più precisamente l’amigdala.
Il sistema limbico ha molteplici funzioni quali il controllo degli stati emozionali e delle condotte comportamentali correlate, il collegamento tra le funzioni intellettive consce della corteccia cerebrale e le funzioni autonome inconsce di altre parti dell’encefalo e l’archiviazione della memoria.
L’amigdala, in uno studio pubblicato nella letteratura scientifica, è stata ipotizzata essere un centro di integrazione tra il sistema limbico, il cervello e i vari sistemi sensitivi. Infatti, proprio come il midollo allungato, è reciprocamente connessa ad ogni area respiratoria, ed è considerata la più importante area che gestisce le emozioni collegate alla respirazione.
I centri di controllo della respirazione sono situati nel midollo allungato e nel ponte. Nel midollo allungato si trovano dei neuroni specifici che controllano il ritmo basale del respiro e il segnale che viene trasmesso da questi neuroni viene inviato ai muscoli inspiratori primari, quali il diaframma.
Stati emotivi particolari, come ansia o depressione, e disordini psichiatrici possono alterare negativamente la risposta dei meccanocettori situati nel diaframma, dei barocettori situati a livello delle carotidi e nell’arco aortico e dei recettori degli organi che si muovono durante le fasi di inspirazione ed espirazione.
E’ stata ipotizzata anche una funzione del diaframma sul controllo della risposta al dolore, che non deriva solamente dai recettori dolorifici (nocicettori); infatti modificazioni dello stato emozionale possono causare una percezione del dolore maggiore.
Stati emotivi intensi quindi, possono creare danni alla struttura del diaframma e condizionare la funzionalità.
Durante stati di rabbia, preoccupazione o ansia, il diaframma tende a rimanere contratto, in tensione. Se queste condizioni emotive si protraggono nel tempo, il diaframma rimarrà contratto, diventando retratto, con le fibre corte e quasi bloccato.
Un diaframma permanentemente bloccato è molto limitato nelle sue funzioni, non solo respiratorie, con conseguenze anche gravi.
Specifiche pratiche di rilassamento diaframmatico consentono di decontrarre un diaframma bloccato ma, come sempre, la migliore cura è la prevenzione. Respirare correttamente utilizzando quasi ed esclusivamente il diaframma, prendendo coscienza del movimento e della respirazione sono soluzioni utili e fondamentali per evitare e prevenire un blocco del diaframma.
E’ importante mantenere elastico, forte e duttile il diaframma che, al pari di qualunque altro muscolo, risulterà più resistente e meno vulnerabile anche alle reazioni emotive.
Deborah Motta – Tesi di laurea Magistrale “L’importanza della respirazione diaframmatica per il benessere psico-fisico quotidiano”.
Operatrice del Benessere, Specializzata in Riequilibrio Posturale